Rivista del Diritto Commerciale e del diritto generale delle Obbligazioni

Sommario: 1. Le ragioni politiche del controllo. - 2. Controllo di norme o di clausole negoziali, abuso della libertà contrattuale o della libertà di iniziativa economica? - 3. Procedimenti di controllo " diretto " o " dissimulato " e procedimenti di controllo " indiretto " o " simulato " e la preferenza manifestata dai diversi " ambienti " giuridici. - 4. L'utilizzazione del profilo della " causa " in funzione di controllo. - 5. Il ricorso al concetto di " buon costume " da parte della giurisprudenza del Reichsgericht. - 6. Buon costume e ordine pubblico. - 7. L'attuale giurisprudenza del Bundesgerichtshof: a) valore e portata del principio di buona fede; b) negazione della portata integrativa del principio di buona fede. - 8. Per un tipo di controllo svincolato dal rapporto concreto. - 9. Ammissibilità della sostituzione delle clausole " inique " con un regolamento più equo. - 10. La sostituzione delle norme dispositive di legge alle clausole " inique ". - 11. Ammissibilità del ricorso ad analoghe fattispecie che fondano un potere sostitutivo del giudice. Critica. - 12. Potere unilaterale della parte economicamente più forte di determinare il contenuto dell'atto e controllo " equitativo " dell'esercizio di siffatto potere (par. 315 BGB e artt. 1183 e 1349 cod. civ.). Della fissazione di possibili parametri o indici di orientamento al potere di controllo del giudice. - 13.La doppia finalità del controllo. - 14. L'esigenza di assicurare una interpretazione uniforme alla interpretazione e valutazione delle c. g. c. - 15. Il controllo delle c. g. c. e il perseguimento di " fini sociali ".